Annisquam  

scritto da Ars Tecnica in

Le due automobili lasciarono la periferia della grande città un mattino di settembre del 1924, di buon ora. Nessuno dei viaggiatori ricordava che giorno fosse, erano troppo provati dai fatti occorsi nei due giorni precedenti, o troppo preoccupati per le brutte notizie che erano giunte da Annisquam.
La Chevrolet Superior di Marco faceva strada e cercava di imporre un ritmo di marcia che la Ford T del reverendo Fordham, e il reverendo stesso potessero sostenere fino a destinazione.
Il viaggio fu tranquillo e le soste ridotte al minimo. Nella signorile automobile l'antiquario, l'Ing. May e il Dottor Ross non parlarono molto, anzi, non parlarono affatto. Marco, nel suo vestito di seta, si limitò a brevi frasi di circostanza e Brian passò quasi tutto il tempo a dormire con il cappello sulla faccia sul sedile posteriore, dividendo lo spazio con i propri bagagli e il fucile a pompa; Steven dal canto suo continuò a leggere e rileggere il telegramma con il quale la moglie dell'amico Jimmy comunicava la scomparsa del marito (avvenuta oramai 5 giorni prima) chiedendosi cosa poteva mai essere accaduto e formulando decine di ipotesi.
Quando, dopo aver attraversato la contea di Arkham e oltrepassato il ponte sulla River Road, giunsero a destinazione e parcheggiarono i veicoli in Cnester Square, proprio di fronte alla casa di Edna e Jimmy, i tre della Chevrolet si accorsero che il viaggio per i loro compagni saliti sulla Ford T, o perlomeno per uno di essi, doveva essere stato ben differente.
Dankan era infatti semiparalizzato, con le mani ancora strette ai braccioli della panca, impolverato all'inverosimile ed in preda ai crampi.
Il reverendo, cercando di non farsi staccare dall'apripista, aveva forzato l'andatura del suo macinino portandolo più e più volte ben oltre i limiti della tenuta di strada e del buonsenso. Inoltre, avendo la mano destra insteccata a causa della "conversazione" avuta con la moglie di un certo oste, per tutto il viaggio aveva guidato con un solo braccio, usando delle violente quanto improvvise sterzate che più d'una volta hanno rischiato di causare clamorosi e pericolosissimi ribaltamenti del veicolo.
Come se ciò non bastasse il parapsicologo aveva dovuto sopportare per tutto il tempo canti in latino e una paternale colossale, della durata di quattro ore, sul modo scellerato che aveva usato nel condurre le indagini nella loro precedente avventura e sulle conseguenze legali che avrebbe di sicuro avuto sui membri del gruppo, condendo il tutto con citazioni bibliche e gesta di eroi ed eroine dell'antico testamento che Dankan non aveva mai nemmeno sentito nominare.



Marco fissò per un attimo la scenetta, soffermando lo sguardo sul crocefisso che aveva venduto il giorno prima ad Andy e che ora pendeva vistosamente dalla tasca interna della giacca: quello probabilmente era stato il migliore affare di tutta la sua vita. Lo aveva pagato 3 dollari la settimana prima, acquistandolo dal figlio di un modesto attore di teatro: placcato argento, lungo circa una ventina di centimetri e vecchio di una trentina d'anni.
Andy era entrato in negozio, seccato e alla ricerca di un oggetto particolare, una croce che nascondesse uno stiletto o un pugnale. Sulle prime l'antiquario pensò a un qualche tipo di scherzo, tanto più che di fatto il crocefisso in questione era un pugnale di scena, con tanto di lama rientrante. Bastava dare un mezzo giro di torsione all'asta della croce affinché si sfilasse la copertura. Così di getto e con aria seriosa rispose a bruciapelo: “Ho proprio quello che fa per te. E' un oggetto rarissimo e antico di centinaia di anni, non ti posso dire quanto lo ho pagato… viene dalla vecchia Italia… non so se lo cederei ad uno sconosciuto, ma se lo vuoi è tuo. Per 1.300 dollari.”
Disse questo aspettandosi una sonora risata, il prezzo era superiore a quello di due automobili e qualsiasi ragazzetto sarebbe stato in grado di valutare con precisione l'esatto valore della “reliquia” che proponeva all'amico.
“Ci sto per 1.200! Ok? Affare fatto! Passo stasera a portarti i soldi.”
E preso il giocattolo era uscito tutto contento dal negozio, lasciandolo impietrito e nel dubbio di esser stato preso in qualche modo in giro. Magari al momento del pagamento gli avrebbe consegnato 12 dollari… e invece no, la sera stessa, puntuale, il reverendo gli aveva portato l'ingente somma direttamente a casa, facendogli stampare in viso un'espressione beota che gli era rimasta fino all'indomani.
Ora nella mente di Marco si stava facendo in qualche modo strada l'idea che quell'oggetto avesse davvero un valore elevatissimo, e che Andy sapesse tutto dal principio… rimise i piedi per terra grazie al vociare dei compagni che ora discutevano animatamente sulla necessità o meno di darsi una ripulita prima suonare al campanello di Edna Hickmann.
Steven stava facendo notare, fissando il reverendo e il parapsicologo, imbiancati dalle ore di viaggio, come “Sarebbe bene che ci dassimo una ripulita”.
Brian prese in mano la situazione: “Siamo qui per cercare Jimmy o no? E allora entriamo!”.



Percorsero velocemente il vialetto che portava alla graziosa casa di due piani in mattoni rossi e con il tetto spiovente.
Dankan, ancora in preda ai crampi, salì goffamente i quattro gradini e bussò alla porta… a vederlo così, tutto sporco, con i capelli rasati e con quella strana andatura, lo si sarebbe certamente scambiato per uno dei suoi disgraziati clienti. Sull'uscio si affacciò un uomo sulla sessantina, magro, profondamente stempiato e con i capelli grigi:
“Sì?”
“Salve” disse cercando di sorridere Dankan “Siamo amici di Jimmy ed Edna. Io mi chiam… ”
“Jimmy! Quel mascalzone! Sono giorni che è sparito. Ha abbandonato qui la mia bambina ed è scappato chissà dove! E voi sareste amici di quel farabutto, andatevene!” “Guardi, si sta sbagliando, noi principalmente siamo amici di Edna” replicò Brian
“Sì è vero, ci ha chiamato lei, guardi ci ha inviato questo…” aggiunse il primo interlocutore, cercando nel panciotto il telegramma che non aveva, e ricevendo un calcio negli stinchi dal dottore che quasi impercettibilmente gli sussurrò “Zitto. C'è qualcosa che non va, Edna ci avverte che il marito è scomparso, che la polizia non indaga, di fare presto e invece troviamo questo qui che ci racconta una storia totalmente diversa.” Si fece quindi avanti Andy “Fratello, la sua cara figliola ora più che mai ha certamente bisogno di persone che tengano davvero a lei, possiamo quindi parlarle?”
“Veramente… ora sta riposando, tornate questa sera, prima di cena. Per le sette.”
“Grazie Sig. Philip Witt, arrivederci” concluse il reverendo.
“Arrivederci padre.” rispose l'uomo, visibilmente colpito dall'essere stato chiamato per nome.
Il sacerdote non lo aveva mai visto prima, ma si ricordava il suo nome, come pure quello della moglie, Nadine, perché aveva svolto qualche piccola “indagine” privata sulla famiglia della sposa quando scoprì che Jimmy aveva intenzione di maritarsi con una tale Edna Witt.
Lui si informò sulla famiglia. Andy e Marco invece conobbero la ragazza di persona e per puro caso in un locale malfamato di New York. Faceva la ballerina.
Questo almeno era l'eufemismo con cui avevano definito la professione della giovane all'amico di chiesa.
Assieme avevano cercato di far desistere Jimmy da quella che consideravano una folle idea, ma senza risultati…
Il Sig. Dinelli Stewart durante la breve conversazione con il genitore di Edna era rimasto ultimo della fila, compiacendosi di aver scoperto sulla cartina che poco fuori Annisquam c'era un faro e pianificando una visita e qualche foto.
I fari erano la sua passione.
Deriderlo per questo era la passione dei suoi amici.



  1. Annisquam
  2. Iniziano le indagini
  3. Pezzi del puzzle
  4. A lato del letto
  5. Jimmy Hickmann
  6. A tre passi dal bivio
  7. Gli scarponi di Jason
  8. Senza alcun dubbio
  9. Villa Modine
  10. L´ala Ovest
  11. Some feets under
  12. Giù il sipario
  13. Ritorno in città

0 commenti

Posta un commento