L´ala Ovest  

scritto da Ars Tecnica in

La parte di villa esplorata finora, pur se letteralmente imbottita di reperti non certo rassicuranti, era almeno architettonicamente del tutto fuori da qualsiasi sospetto: camere da letto, una toilette, sgabuzzini ed armadi a muro, una piccola biblioteca ed una stanza ricreativa.
Sulle prime Brian e Marco si erano chiesti come mai i proprietari si fossero fissati con l'idea di voler continuare l'ampliamento dell'edificio aggiungendo vani al pianterreno senza mai pensare a realizzare un secondo livello, ma poi non ci fecero più molto caso...
L'ala ovest di casa Modine era stata realizzata per ben altri scopi, e a fianco di una serie di camere da letto (situate in quello che doveva essere il corpo originario della costruzione) c'era una sfilza di locali a dir poco inquietanti.
La prima 'scoperta' avvenne in uno studio dall'apparenza normalissima: uno scrittoio, una libreria, tre sedie e qualche vecchio registro sparso a terra.
Andy vi passeggiò per qualche istante fissando il pavimento "Qualcosa non mi convince... quei vecchi libri contabili sono stati scaraventati via... teoricamente dovevano essere sul tavolo, e non possono essere stati spostati dal vento, sono troppo pesanti."
"E allora?" chiese il dottore.
"Perchè il set da scrittura è ancora al suo posto? Perchè due sedie sono piene di polvere e muffa e la terza no? Perchè lo scrittoio è molto meno sporco rispetto ai calti della libreria? Perchè..."
"Capito..." disse il parapsicologo iniziando a frugare nei cassetti del mobile in mogano.
Dapprima ne aprì uno alla volta, in maniera disordinata, cercando chissà cosa; iniziò quindi ad estrarli, rovesciarne il contenuto per terra, scuoterli violentemente e infrangerli contro il bordo del tavolo, fermandosi ogni tanto ad esaminarne i pezzi.
Quando finirono i cassetti, Dankan diede un violento calcio all'"insulso ammasso di legno marcio" che si ribaltò, rivelando un piccolo scomparto fissato sotto il piano di scrittura.
"I cari vecchi metodi sono i migliori."
Con il coltello a serramanico fece scattare il sistema di chiusura e recuperò una pergamena piuttosto malcolcia, scritta probabilmente in latino.
"Andy, questo dev'essere pane per i tuoi denti."
Il reverendo esitò qualche istante, cercando di avvicinarsi alla luce che filtrava dalle assi alla finestra, per poter leggere meglio "La scrittura è piuttosto incerta, e comunque sembra essere solo una pagina di qualcosa di più complesso... qui manca un bel po' di roba... la traduzione dovrebbe essere all'incirca questa: ...Coloro i quali adorano questi dei, spesso hanno la facoltà di trasalire la semplice forma di uomini, e diventare loro seguaci. Questo cose ho visto, e grande è la loro gloria. Investono la forma di uomo, eppur non è di uomo la loro forma. La loro possanza è assai più grande di quella di figlio di donna, così come la sveltezza loro. In vero spesso dimorano in antri orrendi sotto il mondo, laddove Y'Golonac solamente, e quelli che sanno di lui, possono rinvenirli."
Mentre il sacerdote pronunciava quello strano nome un fremito sembrò attraversare quel gruppo di uomini e la casa, come fosse anch'essa viva ed in ascolto.
Dankan sorrise in quella maniera così poco rassicurante che i suoi amici conoscevano bene, tolse dalle mani di Fordham la pergamena, la piegò in quattro e la mise nel taschino del panciotto "Non mi sembra di capirci molto, ma credo sia una conferma che quello che cerchiamo si nasconde nel sottosuolo."
L'antiquario nel frattempo, vedendo come stavano trattando quello che poteva essere un reperto di valore, avvertì un senso di mancamento.
Passarono alla porta successiva, che si aprì in maniera del tutto anomala, per una casa in quello stato: non cigolò né occorse forzarla.
Il locale che si raggiungeva tramite quella porta era qualcosa di assolutamente insolito per una villa sette-ottocentesca: un tempio completamente privo di finestre, con le pareti ricoperte di strani simboli ed affreschi, un tavolo in pietra che null'altro poteva essere se non un altare e due candelieri in argento massiccio.
Al reverendo Fordham quel tempio nascosto ne fece venire in mente un altro, sito nei sotterranei di un paesello teutonico e in cui un gruppo di eretici depravati compiva i propri riti.
Anche in quel luogo erano presenti alcuni grandi candelieri in argento intarsiato, che erano finiti fusi nella cassa comune dei suoi amici.
Lui aveva dapprima espresso le proprie perplessità riguardo sul compiere quello che considerava un furto a tutti gli effetti, poi però aveva notato che gli intarsi raffiguravano scene orgiastiche, e nessuna opposizione aveva posto all'opera di liquefazione.
Quella era stata l'ultima volta che alle imprese di quella sconsiderata compagnia avevano partecipato anche Angelo ed il povero Jimmy.
Mentre Andy rimaneva così imbambolato, perso nei ricordi, il vicesceriffo stava già esaminando le macchie scure presenti sull'altare: con il coltellino aveva tolto un piccolo quantitativo di materiale, si era inumidito con la saliva il dito mignolo e lo aveva passato su quanto era rimasto sulla lama.
"Sceriffo... è sangue..."
Woodhouse non lo stava ascoltando.
A parte il giovane agente stavano tutti fissando un affresco alquanto bizzarro, composto da tre scene e occupante circa la metà della parete nord. Nella prima scena una figura incappucciata con un lungo pugnale nella mano sinistra si trovava china sopra un povero sventurato, legato mani e piedi ad un altare molto simile a quello lì presente. Nella seconda quella che doveva essere la vittima sacrificale si contorceva sanguinante, mentre la figura dell'officiante del rito era di dimensioni sproporzionate, il suo corpo emetteva dei raggi giallastri e le palme delle sue mani sanguinavano da quelli che sembravano due lunghi tagli orizzontali.
Nell'ultima scena il sacerdote appariva nudo e privo della testa, il suo corpo assomigliava a quello di un gigantesco gorilla e su ciascuna mano si era aperta una sorta di bocca terribile e famelica; attorno a quella grottesca figura si vedeva una moltitudine di figure scure più piccole, in atteggiamento adorante.
"Questo vi fa venire in mente qualcosa?" disse Brian sottovoce, rivolgendosi ad Andy e Marco.
Il reverendo scosse le spalle, l'antiquario la fissò invece per un altro attimo.
"Così su due piedi non saprei… l'artista doveva essere occidentale, a giudicare dal tratto e dallo stile… dovrei fare qualche analisi sui colori usati per essere più preciso… ma quella cosa senza testa non mi ricorda niente… certo non è una scimm.."
Un rumore assordante invase il locale, assieme ad un puzzo molto simile a quello presente nel mausoleo della tenuta Modine.
Brian e Steven si voltarono di scatto, con le armi in pugno, alla ricerca di qualcosa contro cui trasferire parte del piombo che si portavano dietro: videro invece Dankan intento ad asciugarsi la fronte e il vicesceriffo con le mani sulla testa. Il piano dell'altare giaceva a terra, frantumato.
"Accidenti se pesava quell'affare!"
"Lei è un pazzo, quello era un reperto importante, si doveva analizzare, si doveva…"
"Prima di tutto volevo solo spostarlo un pochino, lo ho spinto troppo ed è caduto. Era evidente che era stato smosso di recente. E sono sicuro che lo sceriffo se ne sarebbe accorto subito." gridò il parapsicologo "Se i signori vogliono dare un occhiata (trattenendo il fiato) vedranno una sorta di primitivi e ripidi scalini che scendono in un cunicolo."
"In che direzione si estende il tunnel?" fece Brian.
"Verso sud, direi."
"Verso il cimitero quindi."
"Che facciamo, scendiamo?"
Di comune accordo decisero di evitare di infilarsi in quel sinistro cunicolo e lasciare in fretta il tempio prima che le esalazioni mefitiche rischiassero di farli soffocare.
Aprirono la porta sulla parete opposta del corridoio ed entrarono in un secondo ambiente privo di finestre e di piastrelle pregiate ma diviso in due sezioni da pesanti sbarre.
"Qui ci tenevano i disgraziati in attesa di essere sacrificati."
A terra giacevano alcune paia di manette, mentre alle pareti erano fissate catene alla cui estremità si trovavano anelli adatti a cingere polsi ed anelli adatti a cingere colli.
"Sceriffo, è abbastanza chiaro dove sono andati a finire i bambini scomparsi?" disse Brian.
"Le persone scomparse sarebbero state portate qui, ma…"
Steven interruppe bruscamente il ragionamento dello sceriffo "Dove diavolo sono finiti il suo vice e il falegname?"
Tutti scrutarono i quattro angoli della prigione, senza vedere alcuna traccia dei due.
"Lo sapevo, si inizia a ballare." sussurrò Brian.
Marco puntò nervosamente la pistola contro la porta, con la paura che qualunque cosa li avesse tolti di mezzo, ora si accingeva a fare il suo ingresso in scena.
Anche il reverendo aveva messo la mano sotto la giacca, ma ne estrasse una piccola borraccia metallica. Tremante svitò il tappo e mandò giù un grosso sorso.
Lo sceriffo se ne accorse "Cosa ci tiene lì dentro?"
"Acqua…acquaaa"
"…vite?"
"Io… no, cioè…"
Intervenne Dankan "SCERIFFO! Perché non rimandiamo a dopo questa conversazione e cerchiamo di uscirne tutti vivi?"
Si gettarono veloci all'interno del tempio e trovarono i due scomparsi vicino all'affresco: il vicesceriffo stava raschiando un po' di colore col suo coltellino, il falegname invece fissava la terza scena con uno sguardo beota.
"Sbaglio o si era detto di non dividersi?"
Attraversarono insieme il corridoio a T esaminando le stanze una ad una.
Trovarono la stanza di Priscilla, ed in questa una foto in cui una giovane donna era ritratta assieme ad un uomo vagamente somigliante a Jason Porter. Marco notò che sul retro c'era una dedica: "A Priscilla, con amore. Philius."
La mise rapido in tasca e nello zaino mise anche uno specchio d'argento massiccio "40 dollari facili facili."
L'antiquario aveva frequentato la facoltà di archeologia per qualche anno, arrivando a diventare l'assistente di un famoso professore. Quando questi si accorse che più che ai reperti storici il suo accolito era interessato ai soldi che potevano fruttare nel mercato di contrabbando lo fece cacciare.
Le malelingue dicevano che il signor Dinelli-Stewart fosse comunque stato in grado di trafugare sotto il naso del suo insegnante qualche pezzo dal valore tale da fornirgli i fondi necessari ad avviare il negozio di antiquariato.
In una stanza vicina a quella di Priscilla ritrovarono uno strano libro scritto a mano, in tedesco, che Dankan prese in consegna per tradurlo a poco a poco.
Il singolare volume sembrava essere stato usato di recente, come pure la stanza.
Gli altri locali di quell'ala della villa erano del tutto privi di interesse.

  1. Annisquam
  2. Iniziano le indagini
  3. Pezzi del puzzle
  4. A lato del letto
  5. Jimmy Hickmann
  6. A tre passi dal bivio
  7. Gli scarponi di Jason
  8. Senza alcun dubbio
  9. Villa Modine
  10. L´ala Ovest
  11. Some feets under
  12. Giù il sipario
  13. Ritorno in città

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