Some feets under  

scritto da Ars Tecnica in

Scesero nella cantina uno alla volta, in silenzio.
Andy aveva un nodo alla gola, Steven immaginava cosa poteva essere successo in quel locale e Marco scrutava pensieroso l'odioso falegname che stranamente aveva smesso di sfottere ed aveva acquistato un'andatura a tratti palesemente incerta e uno sguardo sbarrato: l'antiquario temeva che l'accetta che teneva stretta potesse diventare per lui e per i suoi amici un pericolo più grande di quello che si nascondeva nel fetido cunicolo che avevano di fronte.
Mentre lo sceriffo e il suo vice scrutavano il tunnel, Dankan confabulò qualcosa con Brian, che gli consegnò una scatoletta grande press'a poco quanto un portasigari.
Il parapsicologo ne estrasse un paio di piccole cesoie, una pinza, poi sì chinò su uno dei fasci di esplosivo sistemati negli angoli nella cantina ed iniziò ad armeggiarci sopra, seguito dallo sguardo attento dell'ingegnere, che gli faceva anche da palo.
Marco incuriosito si avvicinò giusto in tempo per vedere Dankan restituire gli attrezzi a Brian, ed infilarsi due candelotti sotto la camicia.
"Questa sarebbe la tana del vostro assassino?"
"Dice bene, sceriffo."
"Andiamo avanti, cosa dite? Qualche ripensamento?"
"Andiamo. Nessun ripensamento… almeno da parte nostra." rispose deciso Brian.
"Aspetta un attimo, io in quel buco non mi ci ficco." esclamò Marco con la voce tremante.
"La penso anch'io allo stesso modo. Quel posto non mi ispira per niente." soggiunse Andy.
"E vorreste tirarvi indietro proprio adesso? Quella cosa… quella che ha ucciso Jimmy, e i due bambini, e l'acrobata, e chissà quanta gente prima di loro è lì dentro… la lasciamo continuare? Io no. Io vado avanti. Con o senza di voi."
"La ciurma ha divergenze d'opinione…" sogghignò Woodhouse.
Dankan mise un braccio attorno al collo dell'antiquario "Guarda quanti siamo… non può farcela contro di noi… siamo ben armati… e preparati… Jimmy non si aspettava di essere aggredito, ed è stato tradito dalla sua sicurezza."
"E sei sicuro che non verremmo traditi dalla tua sicurezza o da quella di Brian?" rispose svelto Marco.
Desede spinse l'amico fino a fare in modo che entrambi dessero le spalle agli altri, e poi aggiunse con un tono quasi impercettibile "…li lasciamo andare avanti, se ce la dovessimo vedere brutta, tagliamo la corda senza troppi rimorsi!"
L'altro probabilmente pensò a cosa avrebbero dovuto fare se i tre indigeni non fossero periti a causa della bestia, ma non ne chiese conferma, temendo che non avrebbe ricevuto altro che una terribile conferma ai suoi ben fondati timori.
"Penso sia meglio procedere in silenzio, da qui in poi… sceriffo, dimostri a questo codardo come si comporta un vero uomo e faccia strada!" disse Dankan.
Il gruppo avanzò così, con il falegname e Woodhouse davanti e gli altri che li seguivano, a due a due.
Il reverendo continuava a temere gli effetti di quelle esalazioni dall'odore così pestilenziale. Il dottore lo aveva rassicurato che erano vapori di zolfo e che non avrebbero sicuramente nuociuto se si fossero trattenuti là sotto per un breve periodo, ma lui non ne era convinto e si rimproverava di non aver portato con sé una maschera antigas.
Nel frattempo il tunnel continuava a scendere, e la putrida fanghiglia che in prossimità dell'ingresso sporcava a malapena le suole delle scarpe, qui arrivava poco sotto le ginocchia, facendo avanzare a fatica tutto il gruppo.
All'ingresso di una piccola caverna Marco non riuscì più a trattenersi "Non mi piace, torniamo indietro. Stiamo andando sempre più in basso, se va' avanti così finiremo per annegare nel fango. Oltretutto ci muoviamo così lentamente che costituiamo una preda troppo facile perfino per un bradipo."
Lo sceriffo, con un sorrisino beffardo fece notare che all'estremità opposta della caverna il tunnel continuava in salita.
"Probabilmente ci troviamo nel punto più basso, per questo l'acqua ha trascinato qui del terreno…" esclamò sicuro l'ingegnere, rassicurandosi da solo "Oltretutto, se camminiamo intorno alle pareti dovremmo avanzare più velocemente, con i piedi quasi completamente all'asciutto."
Così fecero, ma giunti vicino all'ingresso del nuovo cunicolo il vicesceriffo notò con orrore che un avambraccio imputridito galleggiava proprio al limite della pozza fangosa.
"Se è stato trascinato qui dalle piogge potrebbe arrivare anche dal cimitero." sentenziò Brian.
Non notò, o forse non volle notare che le ossa erano rose, e che le carni erano lacerate in maniera evidente.
Andy invece vide questi particolari ed inorridì pensando alle bare vuote che tanto lo avevano turbato.
Uno sparo rimbombò e fece sobbalzare il reverendo e i suoi amici.
"Che diavolo era quello?" disse il vocione del falegname, che sembrava essersi improvvisamente svegliato.
"Non ne ho idea, ma era veloce…un animale credo… non lasciamolo fuggire!"
Woodhouse e l'essere odioso iniziarono a correre lungo il tunnel.
"Torniamocene indietro!" fece con decisione Marco.
"Non possiamo lasciarli andare da soli, seguitemi!" gridò il ragazzino coi baffetti.
Il gruppo di amici, guidati dal vicesceriffo, percorse quanto più velocemente possibile, e sotto la luce incerta delle lampade a petrolio una ventina di metri, fino ad arrivare in un ampio spazio sotterraneo, da cui partivano due altri cunicoli e dove, ansimanti, aspettavano gli altri componenti della 'spedizione'.
"Uniti. Dobbiamo rimanere uniti! Altrimenti qui si rischia di fare la fine del top…"
Brian non aveva terminato la frase che una serie di grida giunsero dalle profondità della collina ed il falegname, che si trovava molto vicino al tunnel alla sinistra del gruppo, scomparve dalla loro vista.
Marco alzò la lampada e lo vide contorcersi terrorizzato, mentre due mostruosi esseri gli stavano dilaniando le gambe. Aveva lasciato cadere l'ascia e cercava disperatamente di scalciarli via e colpirli con i pugni.
Il resto del gruppo stava pensando ad altro: nella caverna avevano fatto irruzione altre mostruosità, almeno una mezza dozzina, e si stavano accingendo a ridurli nello stesso stato in cui era stato ritrovato Jimmy.
La prima creatura puntò dritto lo sceriffo e arrivò a meno di un metro da lui, poi cambiò improvvisamente direzione ed andò piroettando a sbattere violentemente contro la parete di roccia.
Brian mise un nuovo colpo in canna e gridò a Woodhouse di fare la propria parte, poi spappolò il cranio ad un'altra bestia che aveva cercato avventarglisi contro.
Andy puntò frettolosamente la pistola e premette due volte, in rapida successione, il grilletto. Partì un solo colpo (che non colpì nessuno) e il carrello rimase bloccato all'indietro.
"Porca Eva! Satanaccio mal…"
Dankan fece fuoco più volte, e riuscì ad arrestare la corsa irregolare di una di quelle cose.
Marco per qualche secondo mosse la pistola cercando di mirare ai due esseri che si stavano accanendo contro quell'uomo così odioso, deciso a correre il rischio di colpire accidentalmente l'artigiano. Poi ripensò alla moglie di quest'ultimo e al figlio piccolo che avevano sentito piangere qualche giorno prima, mise via l'arma ed estrasse il pugnale.
Esitò qualche secondo, cercando di intuire se i movimenti di quella strana specie fossero simmetrici o ripetitivi e poi, con tutta la propria forza, vibrò un poderoso affondo verso il dorso di una delle creature.
Un grido più alto e spaventoso si udì nella caverna. Un improvviso movimento dell'uomo aveva fatto sì che la lama dell'antiquario anziché la schiena del carnefice trafiggesse la gamba della vittima, arrivando a scheggiare la rotula.
Il signor Dinelli-Stewart si alzò rapido, preoccupandosi di controllare che nessuno avesse visto quello che aveva appena combinato.
Tutti continuavano ad aver altro a cui pensare.
Fu così che si fece coraggio e riprovò.
Questa volta il falegname, dibattendosi, lo urtò così forte da fargli perdere l'equilibrio proprio mentre si stava lanciando nell'assalto.
Il coltello affondò in un'altra gamba… quella del suo proprietario che, lasciandolo cadere e fissando la macchia rossastra che si espandeva sulla stoffa pregiata non trovò niente di meglio da fare che disperarsi per aver rovinato i suoi pantaloni preferiti.
Steven nel frattempo vide tre di quegli orrendi animali, molto simili come costituzione all'ultimo e sinistro scheletro che avevano rinvenuto al piano di sopra, avventarsi quasi simultaneamente contro il vicesceriffo. Riuscì a colpirne uno, che si accasciò immediatamente a terra e chiuse istintivamente gli occhi rifiutandosi di vedere cosa sarebbe successo a quel ragazzo.
Resosi immediatamente conto che quello poteva essere un errore dalle conseguenze terrificanti, li riaprì giusto in tempo per vedere il poliziotto far velocemente fuoco contro uno dei mostri, colpirne un altro con il calcio del fucile e finirlo con un secondo colpo a bruciapelo.
Brian prese una breve rincorsa e calciò violentemente il muso di una delle creature che continuavano a tormentare il falegname: questa si alzò sulle zampe posteriori biascicando qualcosa. L'ingegnere mise la canna a non più di dieci centimetri da quel torace peloso e fece fuoco, dilaniando in maniera spaventosa il suo bersaglio.
L'altra bestia mollò immediatamente la presa e velocissima si rifugiò nelle tenebre del cunicolo da cui era uscita.
Tutti rimasero qualche istante con le armi puntate contro i tunnel, temendo che arrivasse qualche altra cosa, magari ancora più pericolosa di quelle che avevano incontrato.
"Il falegname è messo male, dobbiamo tornare indietro… e anche la ferita di Marco, a giudicare dal sangue che ne esce, non deve essere trascurata."
"Non lo so Steven, è stato troppo facile." fece Brian "Forse è meglio tornare."
Ricaricarono le armi e scrutarono rapidamente le carogne che avevano disseminato per la caverna, qualcuno ipotizzò che fossero un bizzarro incrocio tra uomini e topi.
"Non capisco" osservò Steven "la loro statura non arriva, ad occhio e croce, al metro e cinquanta… e la descrizione non combacia con quella data dai due ubriachi nelle vicinanze dell'ospedale."
"Ci dev'essere qualcos'altro che ancora non abbiamo visto… andiamo via." incalzò Marco.
Ripercorsero all'indietro il tunnel che li avrebbe riportati alla pozza di fango, la raggiunsero e iniziarono ad attraversarla.
Quando furono esattamente a metà strada, nel punto in cui più il fango era profondo, smisero tutti di respirare, almeno per qualche istante.
Erano letteralmente circondati da decine di quegli esseri e non vi era più alcuna via di fuga praticabile.
Le bestie lentamente avevano preso ad avanzare, ed entrambi i cunicoli ne vomitavano in continuazione.
"Ragazzi, è stato bello conoscervi." disse Steven che si stava trascinando dietro, assieme ad Andy, il rosica-assi.
"Aspetta, non dobbiamo darci per vinti." intervenne Brian, con un tono apparentemente calmo e pacato "Facciamo fuoco con tutto quello che abbiamo verso quelli che ci stanno di fronte, nella confusione può darsi che almeno alcuni di noi riescano a 'sfondare' le fila di quelle bestie e a raggiungere la cantina."
"Già e una volta lì? Dubito che riusciremmo mai ad uscire vivi dal parco della villa. Ci sarebbero subito addosso." concluse Marco, che già stava realizzando come lui, con quella gamba, non avrebbe mai avuto il problema di cosa fare una volta uscito dalla villa, perché non ce l'avrebbe mai fatta.
"Chi raggiunge per primo la cantina accende le micce, e in meno di due minuti questa baracca finisce sulla luna…"
Un grido si insinuò cupo e sordo nelle caverne.
Non era un grido di dolore e, a giudicare dalla tonalità, non era stato emesso da quegli esseri, che avendolo udito fuggirono in maniera disordinata, come in preda al terrore, riversandosi nella pozza di fango e poi sparendo nel tunnel alle spalle degli investigatori.

  1. Annisquam
  2. Iniziano le indagini
  3. Pezzi del puzzle
  4. A lato del letto
  5. Jimmy Hickmann
  6. A tre passi dal bivio
  7. Gli scarponi di Jason
  8. Senza alcun dubbio
  9. Villa Modine
  10. L´ala Ovest
  11. Some feets under
  12. Giù il sipario
  13. Ritorno in città

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