A tre passi dal bivio  

scritto da Ars Tecnica in

Il reverendo si inginocchiò vicino al capo dell'amico recitando una preghiera e posando la lanterna a terra; le parole che pronunciava sottovoce erano continuamente interrotte dalle lacrime e dai singhiozzi che maldestramente cercava di trattenere.
A vedere quella scena Brian abbassò il fucile mentre un rivolo bucava quella faccia sempre dura come il cuoio e inattaccabile dalle emozioni.
Fin dalle scuole primarie aveva sempre tolto Jimmy dai guai (o li aveva condivisi con lui), fossero stati i pugni dei ragazzini più grandi, le grida del venditore di mele caramellate, i rimproveri dei genitori o i piccoli debiti contratti al tavolo verde il venerdì sera.
Questa volta era arrivato troppo tardi.
Fissava a tratti la mano mutilata dell'impresario e a tratti il pavimento, non trovando il coraggio di guardare di nuovo il suo volto contratto nel dolore o quello di Andy, per la paura che alla prima lacrima ne seguisse una seconda e poi una terza, ma stava già accadendo… cercava di stringere i denti, di puntare la lingua contro le gengive o mordersi le labbra, ma non serviva; lentamente quelle gli attraversavano il volto fino ad arrivare al mento, e da lì, ad intervalli irregolari, lo lasciavano.

Poi un altro sentimento iniziò a crescergli dentro.
Aveva congnizione che stava dando le spalle al cunicolo, conosceva benissimo i rischi che questo poteva comportare, anche perché sentiva anzi sapeva di essere osservato, come quando si entra in aula a lezione cominciata e si percorre la distanza tra la porta e il banco fissando il pavimento e le cartelle, nel silenzio rotto solo da qualche risatina.
Paradossalmente sperava che l'assassino di Jimmy lo aggredisse, proprio ora che teneva l'arma con una sola mano, lontana dal grilletto, perché così si sarebbe difeso con calci e pugni, con le unghie e con i denti.
Lo avrebbe morso come un animale e lo avrebbe percosso fino a quando non sarebbe più riuscito ad alzare le braccia. Non gli importava se quello gli avesse infilato un coltello nello stomaco, o svuotato un caricatore nel petto: sarebbe morto, ma avrebbe avuto soddisfazione.
Le lunghe ombre che la lanterna posata a terra proiettava sui muri, unitamente ad un'oscurità che sembrava fattasi più fitta e alla visione straziante del cadavere dell'amico, avevano fatto sì che Marco fosse preso da un inconsueto stato di agitazione. Si sentiva spossato e per evitare di cadere si era puntellato contro una parete.
Gli sembrava che in quella cantina l'aria andasse via via esaurendosi.
Gli mancava il respiro e inspirava a bocca aperta, sempre più profondamente; vedeva Andy muovere le labbra ma non udiva una parola, anzi non avvertiva più alcun suono se non il battito del suo cuore.
La cosa lo spaventava, perché già pochi giorni prima era stato colto da sintomi simili e non poteva permettersi di avere un'altra umiliante crisi. Chiuse gli occhi, cercando di calmarsi, pensando all'inventario da fare a fine mese, ai 27 dollari da ritirare presso casa Whittacker, al quadro rupestre da consegnare alla galleria, ad un viaggio fatto in treno tra la neve per giungere ad un'abbazia, a che regalo di compleanno comperare per l'amica francese.
Li riaprì sentendosi strattonare, era Brian. Gli disse qualcosa che non capì. In mano aveva la giacca di Andy (l'unica a non essere stata lasciata in macchina) ed indicava il corpo di Jimmy.
"Hai capito quello che ti ho detto?" chiese l'ingegnere scuotendo nuovamente l'antiquario.
Marco fece cenno di sì con la testa, ma non aveva neppure una lontana idea di cosa gli si chiedesse di fare.
Il reverendo teneva in una mano la lanterna e nell'altra il fucile a pompa, Brian aveva girato il corpo dell'impresario, ne aveva coperto il volto ed attendeva un qualche tipo di aiuto del Sig. Dinelli-Stewart che però rimaneva immobile con uno sguardo beota.
"Va Bene. Marco, chiudi tu la fila. Vienici dietro" disse il Sig. May asciugandosi la faccia con la manica.
Si chinò prendendo in braccio Jimmy e si rialzò, mascherando alla perfezione lo sforzo.
Ripercorsero le stanze al contrario, e nella sala da pranzo, proprio vicino allo stipite della porta l'antiquario scorse una cosa biancastra. Si avvicinò: era un piccolo teschio piuttosto deforme, ne fu terrorizzato e cercò di avvertire gli altri, che però erano già andati avanti. Con ribrezzo, e spinto dalla paura di rimanere da solo in quella casa, lo prese in mano e lo mise nello zaino.
Quando uscirono trovarono Dankan ancora intento a puntare le pistole contro i cespugli: quando vide l'amico col volto coperto e il braccio a penzoloni, capì tutto, prima ancora di guardare l'espressione dei compagni.
Brian portò l'impresario in braccio, da solo, fino alle auto. Lì disse a Steven di andare ad avvertire "…l'imbecille vestito da poliziotto…" aggiungendo un inequivocabile "…se per te non è troppo disturbo.". Andy e Marco presero le macchine, ma lui e Dankan proseguirono a piedi fino all'ospedale.
Mentre l'avanzare di quel triste trio causava le grida, ed in più d'una volta, la fuga dei passanti al parapsicologo venne in mente la storia di un cowboy del secolo passato, che portò a casa il corpo di un amico dopo aver percorso 450 miglia, in buona parte sotto il sole del deserto.
L'ing. May per quanto forte, portando in braccio il cadavere di Jimmy, non si doveva sentire in maniera molto dissimile da quello che provava quell'uomo a cavallo alla fine del viaggio.
Brian depose l'amico su una lettiga all'entrata dell'ospedale, alzandosi ansimante mentre due infermieri appena accorsi si piegavano sul cadavere.
"E' un po' tardi per questo qui, lo avete portato nel posto sbagliato." disse uno dei due, lasciandosi sfuggire un odioso quanto fuori luogo sorriso.
Si sentì sollevare di peso e sbattere contro il muro. Accennò una reazione, ma col solo risultato di ritrovarsi la canna gelida di una pistola in bocca, e sentire il "clic" del cane fatto pericolosamente indietreggiare da Dankan.
"Non esagerare, lo stai spaventando" disse Brian.
Appena il parapsicologo rimise la pistola nella fondina l'infermiere volò contro la parete vetrata, infrangendola rumorosamente.
"C'è bisogno di un dottore qui" gridò il Sig. May.

Il funerale si svolse due giorni dopo, sotto una pioggia incessante e l'indifferenza del paese.
Oltre al gruppo di investigatori, alla moglie del defunto e ai suoi genitori, parteciparono solamente un paio di ex operai e qualche vecchietta dall'andatura incerta.
Edna era distrutta dal dolore, una profonda ruga le segnava la fronte ed in generale sembrava che il tempo avesse deciso di anticiparle improvvisamente una decina degli anni a venire. A vederla così perfino Marco provava un profondo senso di pena, sentendosi nel contempo obbligato a rivedere le sue teorie sulla natura umana.



  1. Annisquam
  2. Iniziano le indagini
  3. Pezzi del puzzle
  4. A lato del letto
  5. Jimmy Hickmann
  6. A tre passi dal bivio
  7. Gli scarponi di Jason
  8. Senza alcun dubbio
  9. Villa Modine
  10. L´ala Ovest
  11. Some feets under
  12. Giù il sipario
  13. Ritorno in città

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